La polizia, intesa in senso generale, è un'istituzione preposta sia alla salvaguardia della sicurezza pubblica e del corretto svolgimento della vita sociale, sia alla prevenzione e alla repressione di tutti i comportamenti vietati dalla legge.
La Polizia Municipale è uno dei corpi di polizia del nostro Paese. Tuttavia, a differenza delle forze di polizia dello Stato, non ha un coordinamento nazionale, ma solo a livello locale, cioè della Regione e del Comune. Quindi ogni Regione regolamenta la polizia locale in maniera diversa (la Toscana lo ha fatto con la legge regionale 3 aprile 2006 n° 12), definendo divise e distintivi propri e, in genere, ogni Comune ha un proprio regolamento organizzativo (quello in vigore a Prato è stato approvato dalla Giunta Comunale nel dicembre del 2002). L'attività della Polizia Municipale sottostà alle leggi dello Stato che ne stabiliscono i principali compiti ed in particolare della legge quadro del 1986.
La Polizia Municipale trae origine dal corpo di "guardie" che ogni Comune ha istituito nel passato per garantire il rispetto delle proprie regole. Le guardie, alle dirette dipendenze delle autorità locali, hanno da sempre svolto le loro funzioni affiancandosi alle forze di polizia dello Stato (pur non facendone mai parte).
Il 6 febbraio del 1814 a Prato venne fondata la "Guardia Urbana" attorno al nobile Vannozzo Buonamici, che ne divenne il Comandante. L'obiettivo della Guardia Urbana era garantire il "buon ordine della città", sorvegliando in particolare le porte ed affiancando i gabellieri (guardie addette alla riscossione del tributo dai commercianti che portavano all'interno delle mura la merce soggetta al dazio per la vendita). Le porte per entrare a Prato erano 5: Porta Pistoiese, Porta S.Trinita, Porta Fiorentina (nell'attuale Piazza S. Marco, fu abbattuta nel 1886 per far passare il tram a vapore che collegava Prato a Firenze), Porta al Serraglio (poi sostituita dal sottopasso attuale) e Porta al Mercatale. Porta Leone e Porta Frascati sono successive.
Nel febbraio del 1831 il Granduca di Toscana, Leopoldo II di Lorena, con un suo motuproprio regolò la formazione delle Guardie Urbane e Locali, prevedendo una divisa, uno stipendio e rendendo professionale quello che fino ad allora era stata un'istituzione volontaria. La divisa scura, di foggia militaresca, prevedeva un vestito ornato da file di bottoni e ornamenti luccicanti ed una sciabola, trattenuta da un cinturone. Agli inizi del novecento (1902) la giunta municipale decise di modificare la foggia della divisa, rendendola meno militaresca e sostituendo la sciabola con un bastone animato (cioè con uno spadino racchiuso in un bastone da passeggio).
Ai pochi compiti contemplati nei nove articoli del primo regolamento del 1814, si aggiunsero quelli ulteriori inseriti nei 64 articoli del nuovo Regolamento di Polizia Urbana in vigore dal 1° ottobre 1864 che riguardava tutti gli aspetti della città e prevedeva, tra l'altro, il controllo di:
Iniziarono i primi problemi con il traffico, soprattutto a causa delle biciclette, le cui regole di circolazione furono fissate per la prima volta nel regolamento del 1914. Cominciarono anche le difficoltà con le prime auto, che raggiungevano le “impressionanti” velocità di 30 e anche 50 km/h.
Nel 1932 fu redatto il terzo ed ultimo Regolamento di Polizia Urbana (in vigore ancora oggi), che riguarda tutti gli aspetti della convivenza cittadina: vi si trovano articoli che vietano di pettinarsi in luogo pubblico, o che regolano il traffico delle carrozze. La sede era ancora sotto le logge del Comune. Si accedeva al posto su domanda ed era previsto un periodo di prova di 2 anni, dopo di che il Podestà, (la figura che durante il regime fascista aveva sostituito il Sindaco), esprimeva il proprio parere sull'assunzione definitiva.
La divisa cambiò ancora, conservando il berretto rigido e la giacca con il colletto chiuso, ma abbinandola ai pantaloni a cavallerizza con stivali alti fin quasi al ginocchio; il vecchio bastone animato fu sostituito da una rivoltella, portata in una fondina appesa al cinturone.
Dal 1935 il traffico venne regolato con le segnalazioni manuali e a voce dagli agenti in divisa; dal 1939 comparvero i primi semafori a pulsante.
Nel 1936 la sede del Comando fu spostata nella palazzina di via Banchelli e fu nuovamente ridisegnata la divisa: nera per la versione invernale e bianca per quella estiva, la giacca aveva il colletto aperto, il berretto non era più di forma cilindrica ma simile a quello attuale ed il tutto era completato da una bandoliera a tracolla.
Nello stesso anno il Corpo fu dotato di due motociclette. Le cronache del tempo riportano alcuni fatti di cui la Guardia Comunale si rese protagonista; fra questi si ricorda l'impresa eroica di una guardia che riuscì a fermare un carro trainato da un cavallo imbizzarrito, gettandosi davanti a questo ed afferrando le briglie e ricevette la medaglia d'oro al valore civile e mille lire di compenso.
Oggi il Corpo di Polizia Municipale, denominazione assunta dal 1986, è composto da agenti e ufficiali, oltre che dal Comandante. Vi sono inoltre altre figure, dette "ausiliari del traffico" che, pur non essendo agenti, svolgono alcune delle funzioni di accertamento delle violazioni del codice della strada, limitatamente alla sosta vietata.
La Polizia Municipale non è un corpo militare ed i gradi sono puramente rappresentativi della gerarchia interna; non è soggetta ad un rapporto gerarchico con le altre forze di polizia, sebbene concorra con queste nella tutela della sicurezza pubblica e del mantenimento della civile convivenza, è alle dipendenze del Sindaco e risponde all'Autorità Giudiziaria ed al Prefetto.
La caratteristica che la distingue dalle altre forze di polizia dello Stato risiede nella limitazione delle proprie competenze al territorio del comune di appartenenza. Esistono inoltre delle divisioni di compiti che sono stabilite sia in base al protocollo d'accordo sulla sicurezza siglato tra Comune e Prefettura, sia informalmente in base alla specializzazione di ogni corpo di polizia. Di conseguenza la Polizia Municipale è impegnata principalmente nelle seguenti funzioni, che tratta in via quasi esclusiva:
Esistono anche altri compiti istituzionali che impegnano la Polizia Municipale e che riguardano svariati aspetti della vita del Comune, ma il compito principale rimane quello del controllo sulle norme del codice della strada.
La Polizia Municipale è inoltre impegnata nell'educazione stradale, con un nucleo composto da tre agenti che si occupano in via esclusiva di diffondere nelle scuole i principi del codice della strada, soprattutto in relazione alla sicurezza e alla prevenzione degli incidenti.
La Polizia Municipale di Prato ha una lunga e gloriosa tradizione sportiva, soprattutto per quello che riguarda la specialità della moto negli anni ‘80, con risultati prestigiosi a livello anche europeo.
Oggi la Polizia Municipale per essere sempre più vicina ai cittadini ha aperto un suo canale YouTube dove spiega ai cittadini i vari comportamenti da tenere in caso di incidenti stradali, le buone pratiche comportamentali, educa e spiega le varie norme di comportamento anche con riferimento ai nuovi mezzi di locomozione come ad esempio il monopattino elettrico.
Da circa 6 mesi la Polizia Municipale ha aperto la sua attività di aggiornamento anche all'esterno organizzando dei Corsi di Formazione, sia in presenza sia in diretta sul canale YouTube, su tematiche specifiche che spaziano dai reati di diffamazione al rilevamento dei sinistri stradali normativa UNI 11472/2019 con la partecipazione di esperti esterni come l'Avv. Antonio D'Avirro, la D.ssa Laura Canovai, il Dott. Cardamone Giuseppe fino a l'Ing. Michelangelo Santo Giuliano senza dimenticare la presenza dell'Isp. Giuseppe Carmagnini in forza al Comando della Polizia Municipale di Prato.
Detti corsi di aggiornamento, interrotti nel periodo estivo, riprenderanno da settembre.